Il mio cuore va a candela
Con le toppe e lo stoppino
Filo su cura
Ascoltarsi significa accendere una luce su un buio a cui ti eri abituato.
Non puoi farlo da solo, ma per chiedere aiuto devi sforzarti di ricordare almeno che forma di profumo avesse quella punta di candela, va bene anche se hai il naso tappato.
Va bene anche un piccolo lumicino quasi spento.
L’importante è che la luce della cenere, anche se flebile, anche se morente, non muoia del tutto.
Che non muori tu.
C’è sempre una possibilità di ravvivare la fiammella, se si è disposti. Nel lungo tempo. Di ritrovarla, o di vederla per la prima volta. Di non negarsi, di non negare la vita a te stesso.
Non sottovalutate il potere di un abbraccio, di una vostra carezza, dell’entusiasmo, della tenerezza e della cura. Di avere un cuore ascoltante.
Se pensate di averlo, non spegnetelo, è un bene prezioso. Può fare del bene a chi avete accanto.
Dategli da bere ogni giorno e circondatevi di altro bene. Generatelo, se potete. Condividetelo, se potete.
Circondatevi di persone luminose negli occhi.
Sì, con gli occhi a lampione.
Quando vi guardano, quando vi scrivono, quando vi parlano.
Quando ogni giorno vi pensano.
Prendetelo quel cuore, che ha un dono immenso: sa stare nel mondo e ha imparato a non scappare dalla vita, nonostante tutto. E il coraggio che avete, quello scontato di non gettare la colpa sugli altri, può dare la forza a qualcun altro di vedere la vostra luce e non scappare, forse di guardarsi dentro e chiedere una mano di cura. In altri casi permetterà ancora di non curarsi, ma vedervi prendere cura della vostra luce permette, nel bene e nel male, all’altro, di scegliere. E voi di separare, di dividere. Di separarvi. L’altro di provare, di andare via, di non fare e lasciarsi guidare. Di continuare a fare e anche di morire, e bisogna accettarlo.
Ognuno della propria vita decide per sé, e nel male questo si traduce nella più alta forma di egoismo, perché come in vita non ci si cura né di sé né dell’altro così non può che accadere nella morte.
Da alcuni gesti non si torna più indietro. Nemmeno se si sopravvive. Abbiate cura di voi. Anche se non va di moda. Poi, forse degli altri.
Una cultura che non pensa, ha insita in sé la prima forma di omicidio, ma a nessuno pare importare, nessuno se ne accorge.
Anzi, sì. Chi vede morire.
Chi vede uccidere.
E a loro cosa resta?
Non può fare niente che sopravvivere.
In casi rari scoprire, un giorno, la vita.
Abbi cura del tuo buio, perché nessuno potrà mai e dico mai, farlo al posto tuo. Non puoi salvare nessuno dalla morte, e forse nemmeno dalla vita, ma puoi dare il buon esempio e scegliere la vita migliore per te.
Le altre Storie
L' Associazione
Ci segui?
Scrivici!
© Storie di Lana
La totalità delle Storie scritte all'interno di questo spazio web sono di proprietà di Anastassia Caterina Angioi, in quanto autrice delle stesse.
È vietata qualsiasi utilizzazione, totale o parziale, dei contenuti inseriti nel presente portale, ivi inclusa la riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi, senza previa autorizzazione scritta dell'autrice.