Anche meno

Sottile e (di)sperato, di meno

Resti, insieme?

Vivo di sogni lunghi e impastati a quattro mani
Diretti da stelle di mare
E da albe aspettate per anni su uno scoglio buio
Sola a pensare
Capire e sperare
Perché sei tu, ci sei tu

Voglio fili morbidi e canottine bianche in giro
Con te
Che non sono sbagliate per vivere in questo presente di cui non so niente
Nè so dire niente
Mai in grado di stare
Da condividere in silenzio con te

Voglio stropicciato poggiato al comodino il bacio della buonanotte col mio nome e uno del mattino nella tasca del cappotto
Una storia di mare
Meno, anche meno e così giusto
coi confini i riti e le lamentele e non le briciole da lacrimare
Di tempo di pane e di schiacciatine sparse
Le voglio tutte intere
Da mangiare
Per aspettare

Società del prestativo
È tutto così eccessivo
Estremo
Impressionante
Urlato spaccato scoppiato illuminato perfetto
Assoluto da copiare
Osannare da adulare
universale legge da seguire
devastare
Perché

Io linea sottile cucita su lino
Io sacco di iuta
Canottina bianca al ginocchio e filo per stendere da sfilare e smontare e giocare
Con te
Io scarabocchio sulla partecipazione
Io poco
Io niente
Io errore
Carezza

Io tolgo.
Mi tolgo
Con continuità
Restanza
Scelta quotidiana
Parola

È l’articolazione del mio sorriso quando ti penso
Perché i tuoi occhi hanno luce di rosmarino al sole
Pesche gialle
Marmellate col burro e il pane una macchia di lampone sulle calze

Ti passavo l’acqua fresca ma io non ero l’unica
Pronta per te
Ad annegare nel mare nero se me lo avessi ordinato
L’ho fatto.
Perché?
Voglio meno, anche meno.
Ciel sereno. Cuore pieno. Tempo disteso.
Perché resto. In bufera io legata al terreno, io resto.
E tu?

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