Un tavolo per due
Insieme a te
Filo su ventuno, un tavolo, noi. Buon anno
È quello che desidero. Ogni giorno, insieme a te.
Da riempire di pensieri delicati e di dolcezza. Un tavolo per due, grazie.
Senza giudizio, non lo voglio, lasciamolo alle anime spezzate dei tavoli che ci scrutano tutti attorno, dove raccontarsi fandonie è quello che devono fare, perché tutto torni, perché non si scoprano irrisolti, perché più volte al giorno possano indossare la maschera della menzogna che li salva da una vita che non vogliono.
Un tavolo per due. Dove nulla torna, per favore. Abbiamo prenotato, a nostro nome.
Lo vedi da lontano, che è quello, il nostro tavolo minchione, è l’unico felice perché cosparso di zucchero a velo da soffiare sulle gote. Pane caldo da sbriciolare e olio di campagna verde oliva e sale, un tavolo per due grazie, dove non trovarsi, mentre sotto la tovaglia alle gambe non importa, vogliono contatto, stare lì e continuare ad intrecciarsi.
Un tavolo in cui farci l’amore, da macchiare di vino dolce e di lacrime, di risate e di promesse contornate di quella salsa sprciale. Per guardare lontano, fuori dalla finestra, e sognare davanti al mare. Anche se preferirò pur sempre i tuoi occhi, le tue paure, e il profumo che si nasconde dove la dolcezza si trasforma in amore, tra il colletto della camicia e l’orecchio.
Ci sono.
Un tavolo per due, complice. Cambiamo la tovaglia? E il pandoro, se possibile, insieme alle patate fritte, tutto l’anno.
Buon anno.
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