Volpetto

Ogni pelo ha un colore. Una forma profonda d’amore
Filo su Volpetto, mezzo volpino, mezzo capretto

Volpetto stamattina mi ha svegliato all’alba perché voleva la colazione, ha mangiato tanto e ha baciato babbo Capretto sui cornini e ha intrecciato la coda con me, poi ha preso zainetto e piffero ed è partito, ha detto che non torna per pranzo.. mi raccomando che non rubi patate

Volpetto ti saluta, sta giocando sull’altalena gliel’ha costruita babbo Capretto.
Quando bevono il latte babbo e figlio lo fanno così. Volpina allora acchiappa Volpetto e gli pulisce il musetto con la coda Anguglioni…
Volpetto suona il piffero e danza nel bosco.
A volte entra di nascosto nelle case a rubacchiare patate le cucina nella cenere calda e si ingozza allora Volpina gli dice Ingordo come tuo babbo Capretto. Babbo Capretto  quando sa che ha preso le patate senza permesso gli dice di portare in quelle case un mazzetto di asparagi, erbe o una manciata di frutta però mamma Volpina e babbo Capretto ridono sotto barba e baffi perché sono contenti di avere un figlio sveglio.”
Vi ho voluto riportare le parole esatte di sua mamma, Volpina. Perché come ne parla lei non sarebbe capace nessuno. Tantomeno io.
Vi parlerò anche di lei prima o poi, ma forse è attraverso Volpetto che più di me riuscirete a coglierne la dolcezza tipica, e il potere del suo pelo ramato. La magia che lei si porta dentro.
È così che Volpetto è piombato nella mia vita. Lo aspettavo da un po’, ma non arrivava. Quando non stai bene non ti viene a trovare il filo buono, la lanterna nel petto, la gobba ricurva sul feltro. La lana si ritrae e aspetta attimi meno acuti. Poi quando arriva non è che stai meglio, ma almeno quel velo si strappa ed entra la cruna, e hai una tana in cui appoggiare quel nodo.
Oggi ho sentito bussare, è andato Monet ad aprire la porta, e subito un fitto confabulare, nemmeno visti, quei due, che parlavano già di me. Volpetto e Monet. Lo abbiamo accolto in casa come qualcuno che aspetti e non arriva, ma non puoi forzare le cose, perché forzare vorrebbe dire mettersi in pericolo. E noi, cauti. Ci siamo messi buoni e con pazienza lo abbiamo aspettato.
E così, questa mattina è stato un regalo, Monet gli ha dato un po’ di carne, il riso e l’acqua, tutta la sua pappa. Intanto riposa, nella coperta arancione e gialla, quella morbida per Volpetti monellini dormiglioni e curiosi.
Volpetto è nato dall’amore trafelato, atteso, avviluppato e un po’ speziato dell’amore tra Volpina e Capretto. È molto introspettivo, e un po’ narcisino, ha una coda che raccoglie i sentimenti più profondi del rosso rame, del fuoco paglia, del viola melanzana, arancione carota e lana. Balla la sua musica, la sente, nell’aria. La sua coda, tutto mamma, avvolge di prugna e di calore buono la pancia di chi soffre di colpa e ansia. Volpetto è piccoletto, ma vispo e molto coraggioso.
Ora Volpetto si è svegliato, scusate ma devo andare. C’è la minestrina, il carasau da mangiare e anche una coda morbida da spazzolare, dopo il lungo viaggio, che sin da subito non è stato facile districare. Pelo su pelo, uno per uno ho scelto, filato e riscaldato. Che poi Volpetto, a giorni, deve continuare ad andare.
Grazie di esistere Volp. Lo sai. Grazie. Sarò sempre con te, dalla tua parte. Tua M.

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