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Non so

Filo su odio al cartone

Ti odio non ho più la forza per dirlo
Ti odio perché sei vita gioiosa
Ti odio perché sei il tempo, ribelle, la mia sconfitta
Vittoria che brilla
Ma io ti odio e oggi nemmeno respiro per dirlo, di nuovo
A te che odi il tuo corpo
non ti dirò mai di amarlo più che puoi perché ogni giorno fa tanto per te, perché se lo odi hai un valido motivo per farlo.
Allora odialo, ma nel mentre ama la parte di te che parla di quell’odio.
Ama quella te che continua a dare un nome al suo dolore.
Odialo, odia quella pancia che ti sembra un pallone gonfiato, e che non smette di amarti neanche se la contorci, odiala fino a quando non ne puoi più, odia con tutta la forza che hai quelle gambe e quella faccia tonda, e perdona il dolore che provi ogni volta che lo specchio lo fa.
Odia il dogma e il patriarca, odia tutto ciò che non sei stata. E per fortuna mai sarai.
Ama quella briciola del tuo coraggio, che con tenacia non pensa a nient’altro che a lei.
Non è tempo di amare chi non hai mai visto e chi hai visto ogni giorno umiliato e umiliare, povero corpo.
È tempo di amare la te che lotta ogni giorno per odiare quel corpo che regge il mondo. E vederlo, magari, un giorno.
Non ora.
Ti odio, è l’unico modo che ho per amarti. E dirlo non so.
Nel mentre, ti sento e ti accolgo.
C’è tempo per ogni cosa. Finché sei qui a parlarne. In lotta.

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