Re-esistere

In questo far west
Filo su specchio

Specchio specchio delle mie brame. Chi sa, perché non vuol parlare?

Specchio specchio dei miei malanni, ti guardi e schifi quel naso ingombrante, quelle guance cadenti, invecchiare di altri, fotocopie, ripensamenti
Uguaglianza negli occhi
Nel collo insaccato
Incassato
Impiccato
Nelle asimmetrie dello sguardo sempre basso per non sentirsi mancare
nella bocca storta
Nella pancia gonfia nell’acqua salata che spacca le vene
Non hai occhi per guardarti per vedere che c’è altro oltre le pieghe impossibili ereditiere
per vederti tu
Si eredita la genetica, e nemmeno poi tutta
Il resto si sceglie
Inconsapevoli e non

Far west di immagini
Pensi vengano a trovarti a caso
tutto il giorno ogni giorno a cavallo, pezzi di vita di dialoghi infiniti complicità inventata e piantumazione di colpe profonde col manico
Tutt’altro che casuali
Appositamente scelte, scavano le guance e affogano gli occhi.
L’urgenza di ricordarmi di chi sono.
Non le vite degli altri.
Non i tacchi corollati di alloro e mandrie di congratulazioni sugli sgabelli alti dei bar. Non il Nobel. Non il riconoscimento di un dio sociale, estraneo esterno crudele.
Non la genetica non i volti non il fare nemmeno i modi.
Non è il far west
Solo tratti sul volto. Non è colpa tua.
Ma tu.
Quel nuovo esiste già, non vedi che lo hai qui sul muso ottuso?

Non si era spostata per ritrovare il suo passato
Ma occuparsi del suo presente
Vale la pena re-esistere per non perdersi oltre. Ma non come fai tu, col forcone nelle costole. Un resistere dolce. Non il tuo, ma un costante Prendersi e farlo con cura.
E di aggrapparsi, come il primo giorno, ai fili luminosi e morbidi, senza voce né forze.
Che contengano il dolore. Che sapessero di me.
E saper accettare, l’essenza degli altri e farci lo slalom non volerli cambiare, e non costruire, su realtà inesistenti,
l’amore che loro non hanno avuto per te. La violenza esercitata su di te.
Il perseverare diabolico, davanti allo specchio, di una sola costante: tu li vuoi salvare, loro uccidere, tu li vuoi elevare e loro sotterrare.
La distruzione che ha voluto per te. Quella che alimenta su di te.
Nel suo far west.
Nei loro ganci al petto.
Ma non lo vedi in questo specchio, questo poco che hai di te, rispetto?
Accettare che le persone non siano tutte buone.
Toglimi il velo dagli occhi, Signore.
Cose estremamente scomode, te le cucio oggi, su pezzi di cuore di vita rattoppo.
Specchio specchio rubato da grinfie, ho messo il mio filo sciolto da briglie
c’è chi lavora e vive nel successo, chi ci lavora e con successo vive. 

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