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Ad agosto si muore

Ma a Sant’Elena di più
Filo su vita, dolore, presa di posizione e distruzione

Come ogni anno gli specchi osservano

Luglio
Agosto
E settembre
Passare dentro i corpi e trasformarli
Ogni anno si ripete
L’inverno dell’anima
Fiocca sulla pietra

Il sangue congela a gradi
38

Una stanchezza millenaria portata come scialle tiene al sicuro
Le ossa
Curve e macigni come disegni
In rilievo
Come un’amica fedele
Cinge spalle ossute
Copre con dolo
Una canna uno sputo uno sparo
I corpi rimpiccioliscono
Per fortificare attimi di sopravvivenza

Anima mia
Nel pieno dello spigolo dell’anno

Ottobre tondo
Resisti
È vicino

Ad agosto si muore
Ma Sant’Elena di più

Presi posizione
Feci i conti con la morte, così bene che parlarle
farmi toccare da lei mi fu facile, e ogni pagliaccio, ignaro, si salvò.
Ma nessuno se ne accorse.
Continuai, ogni giorno, per quanto coraggio mi diede da vivere.
In continua ribellione alla fine, così ben ricamata, illuminata, già
segnata per me.

Fanculo.
Ha vinto la vita.

A Sant’Elena si muore
Forse non più. 

© Storie di Lana
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