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Sulle rotaie

Controsole vedo i miei confini sparire
Filo su sentiero, sentivo

Corpi lontani davanti a me. Portavo un fiore viola nella treccia e tutta la vita indietro
Attutivo la vita come pietrisco per binari

Ogni scelta portava con sé un contrappasso.
Sentirmi rimpicciolire
Ogni volta
Nei nodi e nelle svolte
Nei portatori di incontri delicati nelle pieghe della luce
Mi rasserenava
Dal presente
Dalla colpa. Mi rasserenava dall’impegno che ci voleva a restare in vita. Diminuirsi scavava toglieva
Restituiva potere e controllo e
Restrizione
Una carezza stupefacente

Nuvole viola
rugiada pesante sugli occhi
Dissipare la nebbia con impertinenza

Progredire con fierezza
Pulire i vetri

C’è molto rumore
Resistenze bruciate
velocità trattenute
Dediche scadute
Ma io non parlo mai
Io non mi vedo mai
Rifletto la luce sugli altri
Una certa forma di fastidio si porta dietro la scoperta della realtà
Smeriglio la sua cornice con stupore
Avanzo

Mentre sciupo le mie speranze nel tuo silenzio
Mi siedo a terra e guardo l’ennesimo treno perso
Passare

E te lo ripeto
Di qui
sei già passato

Deludevo un banale ricordo su fotografia.
E neve viola raffreddava le mie mani.

© Storie di Lana
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