
Is Pratzas
Piccolo borgo di lana

Filo su piccole cose coraggiose

Dove ho provato a essere migliore di ieri suonavano le cicale e terra brulla da coltivare
Ho girato tanto, prima di arrivare qui. Potevo esserci già l’anno scorso in effetti, ma non era ancora tempo maturo. Così ho aspettato, ho filato, ho scritto, traslocato, cambiato vita due tre volte. Ho ricamato dolore profondo e ne ho fatto tovagliette per farne pic nic. E luglio, nonostante tutto, è arrivato. E così l’invito alla rassegna.
Nei giorni di avvicinamento a Las Plassas, da Is Pratzas, “pezzo”, quel pezzo di terra davanti casa, la “piazza”, come si dice in lingua, dove veniva trebbiato il grano, ho capito ancor di più, forse, perché ho dovuto aspettare un anno. Non solo perché il tempo fosse maturo, nel tempo della terra intendo, ma anche perché l’attesa mi regalasse nuovi punti di vista. E non è un caso. Abituati a forzare le cose, ci dimentichiamo del tempo necessario a che le cose si svelino a noi. Che raggiungano noi.
Per rendermi conto, non ultimo, io che a Las Plassas non c’ero mai stata, che questo scorcio di mondo, nel suo carattere, già sapeva di me, di questo progetto, senza saperlo, dal giorno in cui ho stretto legame con Stefania, o forse da prima ancora.
Se Storie di Lana fosse un luogo forse sarebbe davvero molto simile a Las Plassas. E non lo dico solo perché oggi sono qui. In questa Marmilla che sa tanto di M di mamma di mestolo che gira di mondo e meraviglia che abbraccia, mieto anche io, morbida, nuove prospettive. Marmilla contiene quel Ma su cui fondiamo il nostro lavoro, il Ma prezioso del dubbio e della domanda, del dissenso, della lotta all’assuefazione alla consuetudine senza spirito critico. Così antepongo un Ma, ogni volta che posso.
Ma ora faccio spazio a me, nel Ma di ognuno di voi, in un dove che viene da lontano.
Ammiriamo questa valle nel suo viaggio conteso dalla preistoria a oggi, con gli occhi orgogliosi, per ultimi, da ospiti. Spesso, però, non ci facciamo caso. Prendiamo per scontato quel piccolo e quel brullo che ci circonda. Arroccati dietro i muri alti del nostro castello.
L’invito è a scendere. Con prudenza e curiosità.
Sì forse ne senti parlare ma rimandi, c’è sempre una scusa per non approfondire. Poco curiosi. Presi da altro. Indaffarati.
Questo mondo piccolo piccolo invece esercita coraggioso il suo Ma, strenue e tenace nel suo farcela a sopravvivere a un presente capitalistico in cui le cose, per avere un valore, devono essere grandi, abnormi, per risaltare all’occhio, validate dall’esterno perché laccate d’oro, apprezzate perché luccicose, schiavi di un di più che non basta mai, per essere conosciuti..
Esiste un posto, invece, che luccica come il grano. Che accoglie la musica degli antenati, che dedica il suo presente a occasioni di convivio e raccoglimento, dove cucire nuove parole.
Questo scorcio di mondo resiste. Ma non si chiude nella sua fortezza. Trova, nella sua antica bellezza, nelle sue colline, nel suo seno materno, uno a forma di castello che si erge proteggendo la sua valle, gocce di storia e racconti di vite dimenticate che scorrono nelle vene dei suoi abitanti e nei meandri di queste antiche case, una luce. Guardiamo le cose riflettendo ciò che siamo.
Una Storia di Lana a forma di borgo. Uno vivo, vivissimo, che resiste ai tempi moderni. Accoglie il futuro e non dimentica il passato, e lo fa a modo suo. Anzi, del passato si ciba e rilancia per farne meraviglia per chi ci abita. Per noi che ci passiamo fuggiaschi, per chi stanzia qui tutto l’anno custode di questo patrimonio. E Storie di Lana, di protezione e cura quando nessuno se ne accorge, si intende bene. Sottovalutata da molti, scelta per ultima, difficilmente però lascerà il filo annodato dritto al cuore con chi ascolta. Chi aspetta il tempo giusto, mentre chi guarda giudica, sa quando mietere il grano.
È nelle piccole cose che ci perdiamo, che affondano le radici della nostra esistenza. E di questo noi scriviamo e prendiamo spunto da questa terra. Abbracciati da tutte quelle piccole cose che costituiscono il nostro presente e la complessità della nostra vita.
Una piccola rispetto all’universo forse, ma un universo immenso per chi lo ama. Un semplice pezzo di terra per qualcuno, per molti altri uno ricco di chicchi preziosi, che sfama e che dona pane e tregua per il cuore. La piazza dove incontrarci, e mietere nuova poesia, in versione di Lana come ogni giorno ci piace fare. Ovvero in quel cerchio che non va tanto di moda, guardandoci negli occhi, tornando alla radice della parola, fuori dalle classifiche di vendita. Da tutte le retoriche di nome, spesso lontano dal contenuto. Molto lontano da me.
E allora viva la piccolezza. Viva la vita. Viva le mamme. Viva la mia. Viva il Ma che esercitate coraggiosi ogni giorno anche voi nel vostro presente.
Grazie per avermi ospitato in questo corpo generativo che è questa piazza.
O Las Plassas, com’è conosciuta ai più.

Le altre Storie
L' Associazione
Ci segui?
Scrivici!
© Storie di Lana - APS, C.F. 92180030907
La totalità delle Storie scritte all'interno di questo spazio web sono di proprietà di Anastassia Caterina Angioi, in quanto autrice delle stesse.
È vietata qualsiasi utilizzazione, totale o parziale, dei contenuti inseriti nel presente portale, ivi inclusa la riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi, senza previa autorizzazione scritta dell'autrice.