Stanza dietro le quinte

Mirella
“Mi sono scocciata.
Da quando l’ho detto, la mia vita è cambiata.”
Animo vintage, basi solide e valori profondi, è la MUA della squadra, colei che si occupa dei colori e della forma. Ha scoperto da poco che MUA è l’abbreviazione di Make Up Artist. Dire MUA fa molto moda, dice, le piace molto questo tocco moderno alla London downtown. Mirella è la mamma di tutti, dolce, sempre attenta, di una precisione impeccabile. E’ lei che si prende cura di noi, che siamo un po’ tutti senza orari, senza cibo e senza sonno. Senza il suo sì alcuna storia va in pubblicazione. E’ l’addetta ai biscotti. La sua ricetta è segreta. Nel tempo libero è la CEO di una azienda specializzata in grembiuli fatti a mano, il 70% dei ricavati va a supporto del rifugio della città per donne vittime di violenza. La sua canzone preferita è Beautiful di Eminem. Ama i soufflè di carota, zucchine e spinaci, le poesie di Reiner Maria Rilke.
Monica
“Ogni giorno è un’opportunità per ripartire.”
È il Natale del cuore. Ha sempre una buona parola per tutti. Giramondo, matta al punto giusto per entrare nel gruppo. Le sue qualità sono invidiabili, sa come cavarsela in ogni situazione, risolve ogni tipo di problema, sta imparando solo ora a lamentarsi. Ancora fa fatica a capire come si fa. Ha lavorato a Rovaniemi per lunghi anni, expertise nel bricolage e nel coinvolgimento emotivo, è la più brava coi bambini. Ci siamo conosciute una sera malinconica in piccola bottega in Veneto. Ci siamo guardate e abbiamo capito, è stato amore a prima vista. Ci stavamo semplicemente aspettando. Attrice affermata, è lo spunto internazionale della squadra, occhi brillanti, vispi, recettivi. Un tutt’uno con la sua sciarpina verde. Guai a togliersi la cuffia rossa, è stato il regalo del suo primo amore, Rudolph the red nose. La sua canzone preferita è Rimmel di Francesco de Gregori. Ama i grissini salati col prosciutto cotto.


Mia
“L’età è solo un numero, l’apparenza un bel miraggio.
Abbiate cura di valutare in base al cuore, al cervello, ai gesti che dimostrano.
Il resto è buccia.”
Gentile, raffinata, la ventata fresca di luce e giovinezza. La più piccola tra noi. Ha il naso più rosa che abbia mai visto e i suoi gesti infondono amore. E’ lei che si occupa dell’area conforto, procura mantelline e copertine per tutti, è lei che sceglie la lana e i materiali, i fili e il feltro migliore. Semplice quanto complessa, articolata. La poetessa della squadra. Ama la psicoanalisi, dice sempre che le ha salvato la vita. Un passato molto difficile, l’ha portata a desiderare un mondo di pace e conforto per tutti, quello di cui lei ha avuto e tutt’ora ha più bisogno. Il suo sorriso è disarmante, avvolge come un abbraccio. Emotiva, coccolosa, romantica sembra spezzarsi a ogni vento, tutti pensano che abbia bisogno di ritrovare la via smarrita, ma davanti al lupo sicuro di sè è lei che se lo tiene ogni volta tra le braccia mentre piange. Divora pesche scamosciate e ama la filigrana sarda. La sua canzone preferita è Hotel Supramonte di Fabrizio De Andrè.
Monet
“L’amore, è l’unica cosa che conta.
Se non hai quello è difficile che il motore si accenda.
La salute? anche.
Ma è più difficile combattere qualsiasi male se non sei amato e non sai amare.
Tutto il resto si risolve.”
che dire di Monet, è il cuore pulsante del progetto. Ispirazione continua, amore senza fine, passione e grande spontaneità, scopre immediatamente le bugie e fiuta da lontano se qualcosa non va. Lo riconosci da lontano, guarda l’orizzonte dalla finestra. Contempla. Lungimiranza e concretezza sono le sue caratteristiche preponderanti. Il braccio destro che tutti vorrebbero. Spirito libero, profondamente attaccato alla famiglia e agli affetti è il Social Media Manager della squadra. Qualsiasi decisione si prende insieme, ci si sposta insieme e insieme si affrontano le difficoltà. E’ il suo motto, che è da subito diventato il motto del gruppo. Storie di Lana è iniziato con lui. Fonda il suo sapere nello studio del comportamento, nei baci soprattutto, non ci lascia mai senza baci, a inizio lavoro, durante e dopo il lavoro, dice che il bacio è il veicolo migliore, insieme all’abbraccio, di forza, fiducia e ottimismo. Si occupa della posta, delle richieste, delle comunicazioni ufficiali e del sito, cura la pagina instagram e cerca i paternariati migliori affinchè il progetto possa abbracciare sempre più persone. Ama le cose tonde, i papillon, i lupi. Ha fondato un marchio dedicato alle mele. Staccare i piccioli è il suo talento più grande. Il pane carasau, i biscotti da colazione e l’uva sono gli elementi che nel suo zaino non possono mai mancare. Anima di mare e di campagna, molto fisica e dolce, ha paura delle voci alte, si risente delle sgridate, dei no. Il dialogo e le spiegazioni sono ciò in cui crede. La sua canzone preferita è A Mano a Mano di Rino Gaetano.


Cippin
“Che poi, a una certa, ma pure sticazzi, no?”
Tre lettere: WMJ, la Web Master Junior di Storie di Lana, è il mio braccio sinistro, nonchè genio biondo. A lei va il mio grazie costante, anche quando si fa paturnie che non servono. E’ una gran gnocca con la tavoletta grafica in mano, sa fare progetti pazzeschi, ed è fatta di ingedienti misti. Un cuore grande e bello, uno spirito innovativo in continua scoperta e in costante ascesa. E’ una testa dura, perfezionista, lavoratrice per dieci quando le chiedono tre, ma ha imparato anche ad essere manueta. Le sue massime mi restano in memoria interna anche per anni. Mi ha detto che fino ai 26 non se ne trovano normali in giro. Quindi mi son messa l’animo in pace, penso però che ci siamo quasi.
Cippin è una forza, paziente con le volontà di tutta la squadra, ci argina. I nostri gusti, tangenti in alcuni punti di boscaglia, in altri si allontanano, ma solo perchè la sua natura assomiglia più a una cucina Lube, moderna e raffinata, col Martini bianco e oliva verde, ma di quelle piene di amici attorno e feste in cui ridere che amiamo entrambe. Ho conosciuto Cippin, quando ero molto molto pigna, il primo ricordo che ho di lei è in tutona enorme e i capelli cortissimi. Bellissima e dal carattere molto forte. Ama la grafica, le cozze, il mare e P. Live, che quest’anno c’è pure a Capodanno, che voglio dire non è male. Mi sgrida, nell’ unico modo in cui amo, le tocca dire sempre le stesse cose, ma non si stanca, ha capito che servono, finchè prima o poi non mi entrano in testa. Lavora ogni giorno perchè diventi mansueta, con lei sto imparando le Beyoncè Rules e a non sentirmi in colpa. L’ho sempre ammirata, ho sempre adorato M. perchè mi sentivo al sicuro, ma lui non lo sa, volevo dire sì a tutte le cose che proponevano insieme. Ma non potevo.
Continuerei a scrivere di lei per giorni, ma ora taglio che sennò le ostriche che deve andare a prendere in gommone scappano. Grazie cippin, per averci scelto. Ti vogliamo bene, moltissimo. Senza di te saremmo persi.
Ah, Cippin la vedete così ma è timida. Ascoltiamo insieme Crazy in Love, critichiamo la gente dal divano e la curcuma le fa schifo. Si vede che i geni non mentono. Insieme risolviamo un po’ di cose strane. Ogni mattina sa farmi la danza del risveglio, solo per me, e mi manca.
Minni
“Voglio una vita che sia all’altezza del disegno di un bambino piccolo,
molto piccolo”
E’ dalla lana, dal feltro e dalla morbidezza dei fili colorati che un giorno è stata abbracciata, e non si è fatta più lasciare. Quella stessa lana che ha portato sempre tra i capelli, a forma di fiore: una meticcia. Nel ripieno e nella buccia, metà sarda, metà bielorussa.
Piacere, Minni da guscio. Il mio ruolo è quello di vagare e cercare idee da portare nella squadra. Praticamente io non faccio niente. Perchè ho una squadra pazzesca.
Vi starete chiedendo cosa sarebbe una Minni da guscio, immagino. Ecco, pensate un piccolo roditore tondo dentro un guscio di noce tondo che ci sta nella tasca. Con gli occhi grandi e il pelo arruffato, col suo piccolo peluche. Ecco a voi una Minni da guscio. Che sarei io, appunto. Ora che nella vita può toccare anche a me, pian piano, imparo a dire anch’io, ora vorrei.
Como cherìa.
Vorrei che parlassero di me i colori e le mie storie, i personaggi, le parole. Mi piace possiate essere voi, se vorrete, a dirne qualcosa. A metterne insieme i fili. O ricomporli secondo i vostri pensieri. Ma so che siete curiosi ed è anche giusto che vi dica qualcosa di me.
Una Minni, dunque. Una Minni che è anche una strega che vaga nei boschi con la mantellina e le candele accese. Un ossimoro coi sandali e gli abiti lunghi e antichi. Nata ballerina ma non lo sapevo, ho fatto il pipistrello nella neve credendo che fosse zucchero filato. Non c’erano alternative.
Sono settimina di fine aprile, di piena primavera che non ho ancora sentito, caduta un giorno di alba da un ramo un po’ alto, e niente, il guscio non lo avevo.
Non so che razza di Minni sono, non so di che categoria sono nè di che qualità, non ho le risposte che forse dovrei avere, non le ho mai amate le categorie e ho voglia di non avere risposte. Non so nemmeno se ho la coda, o il naso giusto.
Quello che finora mi è stato richiesto l’ho fatto in maniera precisa e impeccabile, e ciò mi dispiace molto, perchè solo nel momento in cui ho sbavato dal bordo, ho capito. Ho affrontato venti furibondi e violenti, ma ora sono un pipistrello aquilone e mi godo ogni giorno che mi è dato da vivere. Parlo a voce bassa ed è una delle cose che le persone più amano e odiano in me. E arrossisco. E sorrido con tutto il viso, e mi commuovo spesso. So che per gli altri è scomodo. Ma ci sto facendo pace. Se arrossisco ho capito che sono viva. Se parlo a voce bassa sono sicura che le persone mi ascoltano. E se piango, va bene così.
I soppalchi in legno, la pietra a vista, il freddo che pizzica il naso col sole, l’autunno, i fiori di campagna, i vestiti lunghi e le luci soffuse, i colori caldi mi fanno stare bene, come i campi di grano. Amo la complicità, di quegli occhi che sanno e recepiscono tra tanti. Le tane. La banalità, grande ispirazione. Adoro le cene in compagnia e le risate, sapendo che poi si torna a casa insieme, rido soprattutto quando non si deve, e sono molto brava a fare regali quasi come essere minchiona.
Credo nella gentilezza, nella calma, nella dolcezza, nel potere della parola: curare la propria anima per vivere in un mondo migliore. Sebbene chi mi veda per la prima volta non mi darebbe, come dico io, nemmeno uno spiccetto, io ne vado orgogliosa, perchè mi piace vedere il viso delle persone lasciarsi stupire. Dicono che assomiglio a un personaggio di fiaba un po’ è vero, credo di aver toppato epoca. E dicono anche sappia fare molte cose, ma pare così solo perchè mi so arrangiare e ci metto amore, allora sembro brava. Mi importa che gli occhi delle persone che mi guardano siano felici ed è ancora un grosso problema. Il mio nome significa Resurrezione, forse è la cosa che so fare meglio, insieme a organizzare cose, avere pazienza, e prendermi cura di tutti. Amo i libri per bimbi piccoli, molto piccoli, ascoltare e ballare. Soprattutto Che il Mediterraneo Sia di Eugenio Bennato.

Lavoriamo ogni giorno perché Storiedilana possa diventare il progetto che vorremmo.
Un’arte per tutti, vicina alle persone sole. Anche a quelle che non lo sanno.
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